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La Voce: Un Approcio Spirituale per Cantare, Parlare e Communicate

Prefazione di Fabio Armiliato
Fin dai primi anni della mia formazione vocale, mi sono sempre interessato alla letteratura sulla didattica del canto, iniziando a collezionare ogni genere di libro, antico e moderno, sull’argomento e i vari metodi e trattati sull’emissione vocale e la sua fisiologia, redatti sia dal punto di vista puramente tecnico che scientifico. Non li ho mai letti tutti, a onor del vero, ma soprattutto non ho mai pensato che si potesse imparare a cantare attraverso la sola lettura dei testi o seguendo alla lettera anche i più popolari e autorevoli trattati di canto del passato. In ognuno di questi però si possono trovare preziosissime indicazioni e piccole o grandi verità e non nascondo che in molte fasi del mio approfondimento sulla tecnica vocale durante la mia carriera, mi sono trovato spesso a sfogliare le pagine di quei libri, con la speranza di trovare qualche piccola chiave per cercare e confrontare le mie soluzioni vocali con quelle proposte dai diversi autori. Quando ho letto il libro THE VOICE di Miriam Jaskierowicz Arman ho subito capito che si trattava di un testo concepito con grande competenza, ma soprattutto pensato e scritto con un metodo che abbina sia l’aspetto e lo sviluppo tecnico e artistico dello studente di canto, che quello spirituale. Il canto, quando è portato al massimo della sua espressione, è infatti la vera combinazione tra il corpo umano e l’interiorità delle parti più sottili e profonde che esistono nell’animo umano. La chiave di lettura del testo di Miriam Arman è la comprensione quindi di come si possa acquisire questo sottile equilibrio, passando attraverso l’aspetto tecnico che si concretizza nel cercare e scoprire gli spazi nei quali la Voce si espande e trova il massimo della libertà, lontana dalle contrazioni della gola e del collo e dalle costrizioni dei muscoli del faringe e del laringe. Questo spazio è denominato dall’autrice come “Giro del suono”, utilizzando quindi un termine che riposrta alla tradizione del Belcanto e quindi della vera scuola italiana che ha visto nei più grandi interpreti della storia del melodramma la massima espressione. Per guidare il lettore a meglio comprendere le sue indicazioni, Miriam Jaskierowicz Arman conia anche dei termini interessanti come “Portal bones” o “bone of life” o altri presi anche dalle tradizioni Kabbalistit come “Third eye” : tutti molto suggestivi e che ho trovato soprattutto molto indicativi su dove l’allievo deve concentrare, anche proprio “fisicamente”, la sua attenzione per poter muovere alcune delle parti fondamentali dei risuonatori che sono tradizionalmente le più pigre, come per esempio il palato molle. Il percorso attraverso il quale l’autrice conduce il lettore ad apprendere questo suo metodo, è anche integrato da molti grafici esplicativi che rendono visivamente più chiaro il percorso delle sensazioni propriocettive del canto e rendono quindi più semplice e intuitiva la comprensione.
Senza mai dimenticare che lo studio del canto è frutto di una ricerca continua, di pratica, di disciplina e di maturazione, che deve essere sempre fatta sotto la guida attenta di un insegnante preparato, posso affemare senza ombra di dubbio che il libro di Miriam Jaskierowicz Arman è scritto con grande competenza e onestà professionale e in esso si riconosce il percorso chiaro anche della vera ispirazione e soprattutto di una passione, come quella dello studio e dell’approfondimento del mistero della Voce, che da senso a tutta un’esistenza.
Fabio Armiliato

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